Bothropolys bicalcaratus, P. Manfredi, 1935

P. Manfredi, 1935, V ° Contributo alla conoscenza dei miriapodi cavernicoli italiani, Atti della Società Italiana di Scienze Naturali 74, pp. 253-283 : 275-278

publication ID

Manfredi-1935-Bothropolys-bicalcaratus

DOI

https://doi.org/10.5281/zenodo.6287480

persistent identifier

https://treatment.plazi.org/id/346C1429-8512-9665-DFFD-0E3FEFA925CA

treatment provided by

Teodor

scientific name

Bothropolys bicalcaratus
status

n. sp.

Bothropolys bicalcaratus n. sp. Dalla Gr. delle Tre Tane (Isoverde) (22-X-1933) proviene il solo grosso maschio avuto in esame. I caratteri che lo distinguono dalle altre specie congeneri sono abbastanza netti per poter istituire una nuova specie.

Lunghezza mm. 31; larghezza al 10° tergite mm. 4. Colora-zione fulva assai viva sul dorso; poco più chiara sul ventre e sulle zampe; tegumenti punteggiati. Corpo a lati subparalleli.

Il capo è poco più largo del 10° tergite: un po’ più corto che largo, e tutto punteggiato; l’orlo marginale è mediocre. Le antenne sono lunghe circa 2/3 del corpo (mm. 21,5) formate di 78 articoli, più brevi verso la base che verso l’ apice; l’ultimo articolo è lungo una volta e 1/2 il precedente. Gli ocelli, in numero di 19, sono disposti in varie file irregolari. Il coxosterno forcipulare è finemente punteggiato, con margine rostrale largo, diritto, diviso da una lieve intaccatura, armato di 8 + 8 denti grossi, smussati e robusti; da ogni lato i 4 denti centrali sono strettamente avvicinati, mentre i 4 esterni sono alquanto distanziati. Il femore forcipulare è pure punteggiato.

Tergiti 9, 11, 13, con prolungamenti tanto lunghi quanto larghi. Sterniti punteggiati.

Pori coxali di dimensioni varie, piuttosto piccoli, numerosissimi (80 o 90) disposti irregolarmente.

Spinulazione delle zampe:

Donde la formula:

Le anche del 14° paio recano due spine ventrali, e quelle del 15° paio ne portano 3; il I p. di zampe è fornito d’unghia doppia, e provvisto pure di una spina accessoria (Nebenstab di Verhoeff 20); lo stesso dicasi del 13° paio, ove la spina accessoria è brevissima; il prefemore delle zampe anali reca, nella porzione prossimale, una sporgenza cilindro-conica biramosa, diretta verso l'interno e guarnita di folti fini peli sui due apici. Alla faccia ventrale (fig. 12 A) il prefemore stesso è percorso da un solco longitudinale abbastanza profondo. L’unghia terminale è semplice. Il prefemore delle zampe del 14° paio è pure solcato longitudinalmente alla faccia ventrale.

Zampe del 14° e 15° paio relativamente lunghe: le dimensioni degli articoli delle zampe anali sono: prefemore mm. 2,5; femore mm. 5,5; tibia mm. 6; tarso mm. 5,5.

Non conosco la ♀ di questa nuova specie, e non so se classificare come tale una ♀ giovane, proveniente dalla Gr. della Suja (30-IX-1933), e mancante delle zampe 15 ed altre ; comunque ne riferisco i dati.

Lungh. mm. 23; colore fulvo, più chiaro sul ventre; ocelli 13, antenne di 73 articoli, lunghe più di metà del corpo; gli articoli prossimali sono più brevi dei distali. Denti 6 + 7, disposti come nel ♂ sopradescritto: ossia i 4 centrali stipati, e i 2 o 3 laterali distanziati. Tergiti punteggiati: 9, 11, 13 con angoli sporgenti. La spinulazione delle zampe 1 e 14 corrisponde a quella del ♂; le zampe anali, come dissi, mancano; sull’anca si trovano le spine V a m e D a. I pori coxali sono piccoli, rotondi, molto numerosi. Le piccole appendici genitali hanno unghia con 1 dentello, ed 1 solo paio di calcari.

Da quanto accenna Verhoeff (20) circa le suddivisioni del genere Polybothrus , questa nuova specie deve rientrare nel sottogenere Parapolybothrus Verh. , caratterizzato (lai brevi gonopodi ♂ e da rigonfiamenti al lato interno dei prefemori delle zampe 15 del ♂. Le altre specie del gruppo sono B. electrinus Verh. , P. herzegowinensis Verh. e P. obrovensis Verh. Dai primi due differisce per il numero degli articoli dell’antenna, che è di 78, mentre in quelli è di 50-59; per le appendici genitali maschili uniarticolate, anzichè biarticolate. Da P. obrovensis poi differisce per la presenza degli occhi, mentre quello è cieco; per i prolungamenti angolari ai tergiti 9, 11, 13; per la spinulazione delle zampe del primo paio (3,2,2/3,3,3, anzichè 2,2,1/2,2,2); per le più numerose spine delle anche del 14° e 15° paio; per la brevità della spina accessoria (Nebenstab) del 13° paio di zampe; per l'alto numero dei denti al coxosterno. Da tutti poi la nuova specie differisce per la caratteristica forma biramosa dell’appendice prefemorale.

Di una caverna ligure, e precisamente della Caverna del M.te Gazzo, Silvestri (13) descrisse, su di una ♀, un Lithobius (Bothr.) occultus , di cui la diagnosi si adatta alla nuova specie per la lunghezza delle antenne, (ma non per il numero degli articoli); per il numero degli ocelli, e dei pori coxali; mentre differisce per le dimensioni generali, per la spinulazione delle zampe 15°, e per la mancanza di tubercolo sul prefemore (ammesso però che tale formazione si trovi anche nella ♀ della nuova specie, il che è dubbio).

Il tipo della specie nuova è conservato nella collezione del Museo Civico di Storia Naturale in Milano.

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